Corpus Christi

Quello che la Scrittura offre a chi legge, agli analfabeti che guardano lo offre la pittura“. Con questo enunciato, nel 599, San Gregorio Magno aveva intuito l’efficacia dell’arte figurativa come linguaggio universale, gettando le basi di un concetto cardine dell’arte cristiana in Occidente, vale a dire la funzione pedagogica delle immagini. Al centro dell’iconografia cristiana è il Salvatore e il suo sacrificio per la salvezza dell’uomo, dunque prima di tutto c’è Cristo crocifisso.

La rappresentazione viva del Figlio trafitto diviene nel Medioevo il pilastro della sensibilità francescana, che nell’amore mistico per Gesù sofferente in croce scorse la via dell’autentica e concreta com-passione verso le sofferenze umane. Nascono rappresentazioni del Crocifisso sempre più vere e pregne di significato; attorno ad esse si articola un corollario di immagini e di tappe della vita e della Passione di Gesù che divengono per il fedele la quotidiana e unica alternativa al viaggio nei luoghi santi.

Se il tema della mostra “Corpus Christi” è dunque, ad ampio raggio, la vita di Cristo, il perno è inevitabilmente rappresentato dalla Passione del Salvatore e dal Crocifisso, nelle diverse accezioni che si sono susseguite dall’età tardomedievale all’Otto e Novecento, quando l’arte, svincolata dalle dinamiche della committenza religiosa, ha cessato di essere “cristologica” ma non ha affatto rigettato il confronto con tale tema, fattosi anzi campo di una ricerca espressiva disgiunta dal mero esercizio devozionale.

Nella rassegna si susseguono dipinti, cere, smalti, bronzi, ceramiche, stampe e placchette, ma è soprattutto la scultura lignea a primeggiare, con intense raffigurazioni del Cristo in croce tra i Dolenti, della Pietà, della Deposizione. Alla tradizionale vocazione di una regione alpina per l’intaglio, si salda la preferenza o meglio l’esigenza di immagini plastiche e tangibili della Passione, cui tributare sentimenti di fede individuali e collettivi.

Con questo nutrito gruppo di opere dialogano una serie di pregevoli icone ortodosse. Esse rappresentano una cultura differente, quella bizantina. Sono brani figurativi lontani dalla rappresentazione cruenta o concitata della Passione, nei quali l’immagine di un Dio assoluto, circonfuso di gloria, è proiettato nella sua infinita maestà.

prof. Giuseppe Sava

vetrata scena fantastica

dal 10 marzo al 16 aprile 2023

dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00

CHIUSO sabato pomeriggio – domenica – lunedì

Esposizione presso la sede di Trento

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